HUGO PRATT – I LUOGHI DELL’AVVENTURA | MUSEO D’ARTE LUGANO
Hugo Pratt
I luoghi dell’avventura
Museo d’Arte, Lugano
8 luglio – 2 ottobre 2011
Conferenza stampa: giovedì 7 luglio, ore 11.00
Inaugurazione: giovedì 7 luglio, ore 18.30
Hugo Pratt. I luoghi dell’avventura
Hugo Pratt is one of the most important and internationally renowned cartoonists. His work has received the kind of recognition usually reserved only for great artists, and brought him tributes from the likes of Woody Allen, Tim Burton, Umberto Eco, Frank Miller and many others. The Museo d’Arte of Lugano retraces Pratt’s human and artistic adventure,starting with his most famous character, Corto Maltese, rediscovering his footsteps in the locations of his many adventures.
Corto Maltese is the main character in stories which are comparable to those of great literature, thanks to the psychological and human complexity of the characters and the range of situations described.
But even before the stories begin, no reader is able to ignore Corto Maltese’s features, the expression of Pratt’s extraordinary graphic talent. Indeed, this ability is placed firmly at the centre of the Lugano exhibition: some one-hundred and fifty water-colours, studies and original tablets by the artist are on display, featuring Corto Maltese and other characters immersed in the most diverse settings: from Manchuria to Egypt, the Caribbean, Venice, Argentina and Ireland.
Each and every one of these originals demonstrate Pratt’s striking ability to reproduce, by means of drawing, the atmosphere of a place, as seen before the printing process’s requirements for simplification and uniformity.
In addition, alongside Hugo Pratt’s works, photographs by Marco D’Anna are also on display, taken whilst reporting from the countries crossed by Corto Maltese. These images do not simply portray the environments and landscapes which inspired Pratt, they also manage to capture the soul of these places: the main features of their identity, as present today as in the past, bringing with them the authentic spirit of Pratt’s own journey.
Introduzione alla mostra
di Marco Franciolli
Con questa mostra dedicata a Hugo Pratt, ineguagliabile protagonista dell’arte del fumetto, il Museo d’Arte di Lugano dà avvio ad una linea espositiva volta a sondare e ad evidenziare quelle espressioni della cultura popolare che hanno fornito un contributo significativo all’evoluzione dei linguaggi artistici della modernità. La messa a fuoco delle linee di convergenza fra cultura alta e cultura di massa si è infatti da tempo rivelata indispensabile per comprendere gli elementi fondanti della cultura visiva del presente: cinema, pubblicità, fumetto, televisione e nuove tecnologie hanno contribuito, nel corso del XX secolo, a modificare i termini stessi della creatività e dell’arte.
Nel 1990, il Museum of Modern Art di New York presentò High & Low, una straordinaria mostra tematica, curata da Kirk Varnedoe, direttore del Dipartimento di pittura e scultura, e da Adam Gopnik, volta ad approfondire il rapporto tra cultura popolare e arte moderna. Nel poderoso catalogo pubblicato in occasione della mostra – nel frattempo divenuto fonte imprescindibile di riferimento per chiunque desideri approfondire il tema del rapporto fra la cultura di massa e l’arte – un capitolo fondamentale venne dedicato al fumetto. Il grande merito della mostra al MOMA fu proprio quello di aver reso evidente, attraverso accostamenti inediti ed efficaci tra opere d’arte, cartellonistica, pubblicità, graffiti e “comics”, come l’incrociarsi di arte e vita, paradigma dell’arte contemporanea, si sia attuato attraverso rivoluzioni linguistiche che hanno scardinato i confini fra arte colta e arte popolare. Le peculiarità del fumetto, in particolare il suo essere al contempo mezzo espressivo iconico e semantico, sono risultate determinanti non solo per l’arte più recente, ma già nell’Ottocento hanno offerto una risposta al desiderio romantico di un rinnovamento dell’arte popolare. In realtà già Goethe aveva intuito, osservando le tavole realizzate a partire dal 1815 da Rodolphe Töpffer, educatore svizzero considerato il padre del fumetto, il ruolo che questa forma ibrida di espressione avrebbe avuto nella cultura popolare moderna. Töpffer definì i suoi disegni accompagnati da testi « Littérature en estampes » rilevando con grande lucidità la natura « mista » di opere nelle quali i disegni senza i testi risulterebbero incomprensibili e, nello stesso modo, i testi senza i disegni non avrebbero alcun significato. La definizione concettuale del fumetto, da allora, non ha mai smesso di evolvere e permane tuttora aperta, anche se la formulazione più semplice è al contempo la più pertinente per la straordinaria varietà di stili e linguaggi che caratterizzano i diversi autori e le diverse forme che il fumetto assume nei vari paesi: il fumetto è una successione di immagini, spesso accompagnate da brevi testi, organizzate in modo da raccontare una storia.
Nel corso del XX secolo, il fumetto è entrato con modalità varie nell’opera di artisti delle avanguardie. Si può citare ad esempio Lyonel Feininger – al quale nel 1991 il Museo Cantonale d’Arte di Lugano ha dedicato un’ampia mostra monografica – un artista che ha saputo accostare pittura, caricatura, fumetto e piccole sculture in legno dipinto, di carattere ludico, in un percorso creativo complesso e singolare, improntato ad un autentico ordinamento a-gerarchico fra i generi. Ma, indubbiamente, è con l’avvento della Pop Art che si attua appieno la fusione fra elementi linguistici tipici del fumetto e opere d’arte, fra miti della cultura di massa e strategie creative volte a trovare una efficace corrispondenza fra una realtà contemporanea caratterizzata da profondi mutamenti nei concetti stessi di tempo e spazio e i linguaggi dell’arte.
La rimessa in discussione delle belle arti risale agli albori della modernità e progressivamente nuovi mezzi espressivi si sono affermati, affiancandosi alle categorie tradizionali: il cinema si è conquistato rapidamente l’appellativo di settima arte; la radio-tv, anche se in modo più problematico, quello di ottava arte; il fumetto, con la pubblicazione nel 1971 del testo di Francis Lacassin “Per una nona arte, il fumetto”, ha finalmente ottenuto una sua specifica collocazione nell’ambito delle arti.
Questa prima mostra dedicata dal Museo d’Arte al fumetto vuole rendere omaggio alla dimensione artistica di Hugo Pratt, presentando tavole originali, disegni e acquerelli. Oltre a restituire il fascino del suo personaggio più celebre, Corto Maltese, le opere dimostrano il grado di virtuosismo disegnatorio e coloristico raggiunto dall’autore. L’esposizione si sviluppa in sezioni che ruotano attorno a singole avventure di Corto Maltese, come La giovinezza e Una ballata del mare salato, mentre altri capitoli presentano le vicende in base a un criterio geografico – Venezia, Caraibi, Samarcanda – o tematico, come nel caso delle sezioni dedicate alle avventure celtiche o elvetiche.
La radicale sintesi grafica, unita all’innata abilità nell’evocare atmosfere di luoghi sospesi fra realtà e immaginazione, si accompagnano nell’opera di Pratt con la propensione dell’autore a fondere dimensione colta e immaginario popolare. È proprio questa sua caratteristica a dare un contributo determinante all’affermazione del fumetto quale mezzo espressivo destinato anche al mondo adulto e non più relegato al mondo dell’infanzia o della sottocultura, dove per decenni i detrattori del fumetto lo avevano voluto relegare. Il marinaio di Pratt si accompagna nell’immaginario con altre straordinarie figure protagoniste di opere letterarie di autori quali Joseph Conrad o Alvaro Mutis, marinai che solcano i mari dell’avventura e della fantasia, in racconti dove la meta è il viaggio stesso.
La varietà delle ambientazioni delle storie di Corto Maltese esalta l’abilità di Pratt nel restituire, attraverso il disegno, le atmosfere di ogni luogo. Al Museo d’Arte tale abilità è messa in particolare evidenza: infatti le opere autografe di Pratt permettono di cogliere il processo di elaborazione delle figure e dei paesaggi, difficili da apprezzare nella versione a stampa del fumetto. La mostra vuole sottolineare quanto il successo riscosso dalle strisce di Pratt sia da attribuire anche a scelte stilistiche innovative, sovente in sintonia con quanto di più interessante avveniva nella ricerca artistica coeva, come risulta evidente, ad esempio, nelle tavole del portfolio Horse Guard del 1967, caratterizzate da un estremo close-up di stampo cinematografico e realizzate in campiture piatte di colore, prive di sfumature, che istantaneamente fanno pensare all’estetica Pop. Ma più in generale, si può cogliere nelle strisce di Pratt un rimando ricorrente a certo cinema; nell’uso della linea d’orizzonte per suggerire la vastità dello spazio, o nell’esasperazione del primo piano per avvicinare emozionalmente al racconto, o ancora nell’uso particolare della sequenza per suggerire percorsi mentali che richiedono una partecipazione attiva del lettore così come avviene al cinema per lo spettatore.
Eppure i due linguaggi divergono profondamente, l’assenza del movimento e del suono nel fumetto deve essere sopperita nel linguaggio grafico da processi mentali che riescano a produrre un equilibrio fra la rappresentazione del reale e convenzioni simboliche: è precisamente in questa dimensione che Ugo Pratt si dimostra un vero maestro.
Queste considerazioni trovano un riverbero nelle fotografie di Marco D’Anna, realizzate nei luoghi delle avventure di Corto Maltese, un omaggio sensibile e intelligente da parte di un fotografo che sa cogliere l’essenza dell’universo di Pratt eludendo l’imitazione stilistica. Le ambientazioni delle avventure di Corto Maltese vengono interpretate da D’Anna attraverso scelte fotografiche di grande efficacia, che esaltano pienamente la valenza estetica e espressiva della polaroid, del colore o dei contrasti del bianco e nero. Pur non forzando le analogie fra le strisce di Pratt e le sue fotografie, Marco D’Anna opta per formati che rafforzano le assonanze fra l’universo creato da Pratt e i luoghi reali dove egli ha realizzato i suoi scatti, in un sottile equilibrio fra mito e realtà. Nell’accostamento fra i disegni di Pratt e le immagini fotografiche di D’Anna si offre al visitatore della mostra l’opportunità per compiere un affascinante viaggio nel mondo avventuroso e trasognato di Corto Maltese.
Hugo Pratt è uno dei più importanti e noti fumettisti al mondo. La sua opera ha avuto riconoscimenti normalmente riservati solo agli artisti per definizione: sue mostre si sono tenute in sedi prestigiose come il Grand Palais a Parigi, il Castello Sforzesco a Milano, Ca’ Pesaro a Venezia, il Vittoriano a Roma, Santa Maria della Scala a Siena. Il talento di Pratt gli è valso inoltre citazioni di Tim Burton, Woody Allen, Frank Miller, Umberto Eco e molti altri.
La mostra presso il Museo d’Arte di Lugano ripercorre l’avventura umana e artistica del suo personaggio più celebre, Corto Maltese, seguendone le tracce nei luoghi che fanno da sfondo alle sue avventure.
Corto Maltese è protagonista di vicende degne della grande letteratura per la complessità psicologica e umana dei caratteri che le animano e per la varietà delle situazioni che in esse si delineano. La straordinaria abilità di disegnatore di Pratt gli ha permesso di ideare un personaggio indimenticabile per qualunque lettore si sia imbattuto in lui. Al centro dell’esposizione di Lugano c’è proprio il talento di disegnatore di Pratt. In mostra saranno presentati centocinquanta fra acquerelli, studi e tavole originali dell’artista raccolti in diverse sezioni. Alcune sezioni ruotano attorno a singole avventure di Corto Maltese come per esempio La giovinezza e Una ballata del mare salato. Altre raccolgono le vicende in base a un criterio geografico – Venezia, Caraibi, Samarcanda – o per contiguità tematica, come nel caso delle sezioni dedicate alle avventure celtiche o elvetiche.
La varietà delle ambientazioni delle storie di Corto Maltese esalta l’abilità di Pratt nel restituire attraverso il disegno le atmosfere di ogni luogo. Al Museo d’Arte tale abilità è messa in particolare evidenza: infatti le opere autografe di Pratt permettono di cogliere il processo di elaborazione delle figure e dei paesaggi, impossibile da apprezzare nella versione a stampa del fumetto.
Accanto alle opere di Hugo Pratt saranno presenti in mostra fotografie di Marco D’Anna. Si tratta di scatti che D’Anna ha realizzato nel corso degli ultimi anni in occasione di reportage nei luoghi che fanno da sfondo alle avventure di Corto Maltese. Le fotografie non si limitano ad offrire una documentazione degli ambienti e dei paesaggi che hanno ispirato Pratt, ma riescono a cogliere l’anima dei luoghi; ciò che oggi, come nell’epoca in cui sono ambientate le avventure, ne caratterizza l’identità.
La Manciuria, l’Armenia, l’Etiopia, l’Irlanda, la Bretagna, l’Argentina, Venezia, la Turchia, le isole del Pacifico e le coste dei Carabi, le foreste amazzoniche, le steppe mongole e siberiane continuano a stimolare la fantasia e attraverso le immagini di Marco D’Anna restituiscono lo spirito prattiano del viaggio.
L’esposizione presso il Museo d’Arte è punteggiata infine di brevi citazioni dai testi che Marco Steiner ha dedicato a Corto Maltese nelle recenti riedizioni delle sue avventure da parte di Rizzoli. Anche in questo caso non si tratta di descrizioni del contenuto delle storie, ma di spunti narrativi per offrire al visitatore l’occasione di avvicinarsi allo spirito di Hugo Pratt.
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I luoghi di Pratt nella sua opera e nella trasposizione fotografica ai giorni nostri
di Giuliana de Antonellis – Fonte: www.gdapress.it
Con questa mostra dedicata a Hugo Pratt, ineguagliabile protagonista dell’arte del fumetto, il Museo d’Arte di Lugano dà avvio ad una linea espositiva rivolta a quelle espressioni della cultura popolare che hanno contributo significativamente all’evoluzione dei linguaggi artistici della modernità che vanno dal cinema,alla pubblicità, al fumetto, alla televisione sino alle nuove tecnologie.
La mostra,”Hugo Pratt. I luoghi dell’avventura” dall’8 luglio al 2 ottobre 2011 vuole rendere omaggio alla dimensione artistica di Hugo Pratt, presentando tavole originali, disegni e acquerelli provenienti per lo più da collezioni private.
Hugo Pratt è ed è stato uno dei più importanti e noti fumettisti al mondo. La sua opera ha avuto riconoscimenti normalmente riservati solo agli artisti per definizione: sue mostre si sono tenute in sedi prestigiose come il Grand Palais a Parigi, il Castello Sforzesco a Milano, Ca’ Pesaro a Venezia, il Vittoriano a Roma, Santa Maria della Scala a Siena. Il talento di Pratt gli è valso inoltre citazioni di Tim Burton, Woody Allen, Frank Miller, Umberto Eco e molti altri.
La mostra presso il Museo d’Arte di Lugano ripercorre l’avventura umana e artistica del suo personaggio più celebre, Corto Maltese, seguendone le tracce nei luoghi che fanno da contesto alla sue avventure. Oltre a restituire il fascino del suo personaggio più celebre, Corto Maltese, le opere dimostrano il grado di virtuosismo disegnatorio e coloristico raggiunto dall’autore. La varietà delle ambientazioni delle storie esalta l’abilità di Pratt nel restituire attraverso il disegno le atmosfere di ogni luogo e tale abilità è messa in particolare evidenza: infatti le opere autografe di Pratt permettono di cogliere il processo di elaborazione delle figure e dei paesaggi, impossibile da apprezzare nella versione a stampa del fumetto.
L’esposizione si sviluppa in sezioni che ruotano attorno a singole avventure di Corto Maltese, come La giovinezza e Una ballata del mare salato, mentre altri capitoli presentano le vicende in base a un criterio geografico – Venezia, Caraibi, Samarcanda – o tematico, come nel caso delle sezioni dedicate alle avventure celtiche o elvetiche.
La radicale sintesi grafica, unita all’innata abilità nell’evocare atmosfere di luoghi sospesi fra realtà e immaginazione, si accompagnano nell’opera di Pratt con la propensione dell’autore a fondere dimensione colta e immaginario popolare. La mostra vuole sottolineare quanto il successo riscosso dalle strisce di Pratt sia da attribuire anche a scelte stilistiche innovative, sovente in sintonia con quanto di più interessante avveniva nella ricerca. La veridicità dei luoghi illustrati da Pratt ha dato avvio ad un progetto che ha coinvolto, non solo dal punto di vista lavorativo, il fotografo Marco D’anna e lo scrittore Marco Steiner che hanno girato il mondo alla ricerca degli stessi e a riproporceli affiancati ai disegni originali o alle strisce.
Il riverbero del mondo di Pratt è stato così trasposto nelle fotografie di Marco D’Anna, come un omaggio sensibile e intelligente da parte di un fotografo che ha saputo cogliere l’essenza dell’universo di questo grande fumettista ,eludendo l’imitazione stilistica. Le ambientazioni delle avventure di Corto Maltese vengono interpretate da D’Anna attraverso scelte fotografiche di grande efficacia, che esaltano pienamente la valenza estetica e espressiva della polaroid, del colore o dei contrasti del bianco e nero. Pur non forzando le analogie fra le strisce di Pratt e le sue fotografie, Marco D’Anna opta per formati che rafforzano le assonanze fra l’universo creato da Pratt e i luoghi reali dove egli ha realizzato i suoi scatti, in un sottile equilibrio fra mito e realtà.
Nell’accostamento fra i disegni di Pratt e le immagini fotografiche di D’Anna si offre al visitatore della mostra l’opportunità di compiere un affascinante viaggio nel mondo avventuroso e trasognato di Corto Maltese: un personaggio affascinante che ha accompagnato l’adolescenza di molti “maschietti” e ha fatto sognare tante giovani fanciulle che avrebbero voluto che un suo sguardo le accarezzasse…
Giuliana De Antonellis
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