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GIOVANNI TRAVAGLINI – OLTRE LA MATERIA – CLEAN EDIZIONI, 2011

Giovanni Travaglini
Oltre la materia
Una presenza inedita nell’arte informale materica
Opere dal 1958 al 1974
Clean Edizioni, Napoli 2011
Pagg. 192

L’autore introduce la raccolta del suo impegno pittorico tra 1958 e il 1974 con una pagina poetica, emozionante dal titolo La mia pittura di cui mi fa piacere riportare l’ultimo passaggio. “Siamo al 2011. L’età avanzata -86 anni- mi ha risvegliato il desiderio, cessata la funzione pubblica, di ritornare ancora una volta all’idea del libro. Coraggiosamente lo dò alla stampa raccontando io stesso la mia “pittura” e riportando integralmente gli scritti di Squirru, di Bardi, di Caramel, e di Argan, illustri uomini di cultura che hanno creduto nel mio lavoro e ai quali va la mia profonda gratitudine”.

Il volume raccoglie la documentazione critica e fotografica attorno all’indagine e alla analisi che ha coinvolto molti anni del suo studio.

Giovanni Travaglini  ha un rapporto molto forte con il colore e con la lenta combustione delle plastiche. L’osservazione diviene una ricerca che può superare la preoccupazione artistica. La fiamma ossidrica, la manipolazione della materia sono rivolte a dialogare con le forme più inaccessibili racchiuse nelle plastiche. L’opera non è l’approdo di un progetto prestabilito, ma la conquista o la rivelazione di una forma, che Travaglini accetta come espressione finale di una fase.

L’autore percorre due momenti importanti della sua storia artistica: l’emozione per l’allestimento e prima ancora per la creazione delle casse per l’imballaggio.

La storia della mostra al Museo di Arte Moderna di Buenos Aires (novembre 1974) con il testo del filosofo Rafael Squirru e al Museo di Arte Moderna di San Paolo del Brasile con la prefazione del direttore Pietro Maria Bardi (maggio 1975) serbano piacere, consapevolezza, maturità di sguardo. Le opere, che non sono filtrate dal tempo, hanno l’incanto del vigore, dell’innamoramento, della partecipazione.

Le plastiche bruciate bianche, rosse sono l’esaltazione di una scoperta, rammentano le scenografi e di Burri, che sarà stato il suo maestro.

In un’intervista per la  mostra Buenos Aires, Travaglini, che è stato ingegnere idraulico molto noto, racconta il suo rapporto dolce e delicato con la materia da cui ottiene forme che sembrano crateri vulcanici.

Il volume documenta i sentimenti di un tempo verso l’arte e la preoccupazione di non voler approfittare di un ruolo.

Vittoria Biasi

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The Author

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi is a Contemporary Art Historian and an Art Critic. She is a
Contemporary Art History professor at Florence’s Academy of Fine Arts. After
her humanities graduation she concerned herself with the Theory of White
following Hubert Damish at Paris *Ecole des Haute Etude*. Close to artists who
interprets the monochromy of white she devoted herself to the theoretical criticism realizing
national and international shows and exhibitions with a particular attention to the Eastern culture.
She attends conferences as a lecturer about the white and its light. Among the others: Lumière(s)
En Usage, Pèrigueux 1998. From 1996 on to 2000 she realizes the events of Light of Art for
Art’s sake at Rome, Parma and Padoa. For Homo Sapiens (1) first she translated Henry
Meschonnic from French, publishing some excerpts from Modernité (2). Some other
publications: State of White (3); In Line with Light, Light for Light’s sake (4). She wrote for the
magazine Lighting. Through a text of her she is attending Fabrizio Crisafulli’s Theatre of Places.
The theatre as a place and the experience at Formia (1996-1998), **G.A.T.D*., Rome, 1998. She
looked after the exhibitions for the book of artist in Italy and abroad.

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