DAVID GOLDENBERG – THE SCENARIOS OF POST AUTONOMY – GLENDA CINQUEGRANA: THE STUDIO – MILAN
The Scenarios of Post Autonomy – Text by David Goldenberg
To put ourselves into an unknown situation or to prepare for a situation we mentally project ourselves into an imaginary character who acts out different scenarios, situations, stories in imaginary spaces, rooms, settings to give us a sense of being bodily in those spaces, so that we occupy, move into, navigate and explore those spaces.
“The scenarios of Post Autonomy” presents an overview of the London based artist David Goldenberg’s ongoing series of works exploring the notion of Post Autonomy.
3 works Mobile Documenta, The scenarios of Post Autonomy, In search of Post Autonomy occupy three spaces: the two gallery spaces, the stairwell leading to the Gallery and locations around Milan.
The three works pose a simple question “Under what conditions does it make sense to stage a project in a gallery’ examining the complexity posed by the question of Post Autonomy, where the term signals the end of art, not as an end point but an end as a culmination that triggers a transition leading to another moment, which for arguments sake, we can call “The transformation of Art” or a “Second history of Art.”
This reading should be seen as part of a steady accumulation of insights into understanding Post Autonomy. The use of PA to chart the breakdown of Autonomy, identity and freedom of Art institutions; to chart art in a Global context along with the function of International art events, Biennials, Documenta in distributing art Globally. Altogether we understand this accumulation as a beginning to plot attributes of this new discourse.
How do we pull material from these strands to assemble a picture of Post Autonomy?
A thought experiment
Constructing a Biennial. An exhibition of exhibitions, screens, floor plan, images and video works.
The installation in the two gallery spaces is assembled from multiple elements: a Floor plan used in the exhibition “Once is Nothing” as part of the 1stBrussel Biennial, as a sign for Biennials; a reconstruction of Pumhösl “Modernology” mobile screens/atelier, shown in Documenta 2007, as a sign for Documenta & interface for flows of culture and knowledge; images sourced from books, including Alan Sekula Fish story, works examining Globalisation, Colonisation and Biennials; video works that echo earlier works developing Post Autonomy from Despite the Noise, Liverpool Biennial, A – Foundation, Liverpool, UK, 2008; Cooperation not corporation, ITS-1, Belgrade, Serbia, 2010; and the series Mobile Documenta that started at Fordham gallery, London, UK, 2009.
Mobile Documenta, repetition and Biennials.
The content expands ideas initiated by the Belgian Philosopher Dieter Lesage and the curator Charles Esche. Here the key concept is an image of a “Mobile Documenta” as a trajectory to mentally travel beyond the semantic and spatial barrier Biennials represents, insofar that this is the limit of how we think about art, since, there is no further we can go in our thinking. Around this image we are able to group a configuration of questions and issues. We now have to look to Biennials and Documenta to understand Cultural power and possibilities for the room for change, and to comprehend the spatial, ideological reach and profile of a Euro centric tradition of Art, in other words a Politics of Art. “How does thinking take place within this structure?” Charles Esche asks, through paraphrasing Deleuze book “Repetition and Difference” which sought a contemporary image of thinking, “Why do we need more Biennials?” and, “How do we develop new thinking within this System of repetition?”
Floor Plan
A floor Plan based on the Brussels Biennial Floor Plan, is used throughout the gallery as the installations basic structure made up of an arrangement of taped lines and grids, marking empty areas for artists works, corridors, walls, doors; it is this geometric pattern that presents the clearest current “Visualisation of Post Autonomy” as a discourse examining Biennials in a Global setting in relationship to the origins of a Euro Centric tradition grounded in Autonomy.
Moving beyond Biennials
How do we use the material from the installation to assist us to think beyond Biennials?
The first part in Gallery 1 shows the material we need to build a picture of a Biennial, in the 2nd space the first step towards its reconfiguration and restructuring, which in turn is intended to provide physical material to trigger a discussion for a collaborative rethinking of the function of Biennials and Documenta by thinking through the practicalities for staging a Mobile travelling Documenta.
This process of thinking about a new Mobile Documenta potentially offers practical solutions for overcoming the existing problems of the ideological and political role of a Euro Centric tradition releasing 2 important threads – establishing a tangible zone for constructing a new space that Post Autonomy points to, emergence into a “new position” where thinking and language is again possible.
If we are to continue the Logic for establishing Post Autonomy as sketched out above “How, where and who poses questions about Post Autonomy? [If we are to avoid repeating the problems] And it is this problematic that the actions around Milan in “Search of Post Autonomy” will seek to address.
David Goldenberg
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The Scenarios of Post Autonomy – testo di David Goldenberg
Metterci in una situazione sconosciuta o prepararci a un contesto in cui ci proiettiamo mentalmente in un personaggio immaginario che recita su palcoscenici differenti, situazioni, storie in spazi fittizi, stanze e settings, per darci il senso di essere fisicamente in quegli spazi, quasi come se li occupassimo, ci muovessimo all’interno di essi, li navigassimo e li esplorassimo.
The Scenarios of Post – Autonomy presenta una panoramica sulla serie di lavori ancora in corso dell’artista londinese David Goldenberg, che esplora il concetto di Post Autonomy.
La mostra consiste in tre lavori intitolati: Mobile Documenta, The Scenarios of Post Autonomy, In search of Post Autonomy, che occupano rispettivamente tre spazi: i due spazi della galleria, la scala che porta alla galleria, e una location collocata in città.
I tre lavori pongono semplicemente una domanda ‘In quali condizioni ha senso fare un progetto in una galleria’, esaminando la complessità della questione posta dal concetto di Post Autonomy, dove con questo termine si suole indicare la fine dell’arte, intesa non come punto finale, ma come culmine che inneschi un momento di transizione che ci conduce ad un momento seguente, che per amor di retorica possiamo definire La Trasformazione dell’Arte, o la Seconda Storia dell’Arte.
La lettura stessa di questo documento deve essere considerata come parte dell’accumulazione progressiva di nozioni finalizzata alla comprensione di che cosa è la Post Autonomy. L’uso stesso del termine Post Autonomy segna l’ascesa dell’autonomia, dell’identità e della libertà delle istituzioni artistiche: colloca l’arte in un contesto globale insieme alla funzione di distribuzione dell’arte stessa negli eventi internazionali, quali sono le Biennali e le Documenta. Al tempo stesso comprendiamo come il processo di accumulazione di nozioni rappresenti quell’inizio che porrà le basi per aggiungere elementi di novità a questo discorso sull’arte e la sua funzione.
Come raccogliamo materiale da queste premesse per costruire un’immagine visiva della Post Autonomy?
Un esperimento pensato
Costruire una Biennale. Una mostra delle mostre, schermi, mappa del pavimento, immagini e opere video.
L’installazione nei due spazi della galleria è composta di elementi molteplici, fra cui una mappa del pavimento, che è stata impiegata nella mostra ‘Once is Nothing’, parte della prima Biennale di Bruxelles, questo elemento rappresenta le Biennali; una ricostruzione degli schermi/atelier mobili di ‘Modernology’ di Pumhösl, esposta a Documenta nel 2007 che è stata scelta per rappresentare le Documenta e i flussi di cultura e conoscenza; infine, le immagini prelevate da libri, fra cui la ‘Fish Story’ di Alan Sekula, e quelle di opere che esaminano i concetti di Globalizzazione, Colonizzazione e le Biennali. Inoltre in questa prima parte vi saranno alcune opere video che echeggiano i primi lavori in cui l’artista David Goldenberg ha sviluppato il concetto di Post Autonomy, ovvero quelli parte della mostra ‘Despite of the Noise’, realizzata per la Biennale di Liverpool, nella A-Foundation di Liverpool del 2008 e ‘Cooperation not Corporation’ ITS-1, a Belgrado, Serbia, 2010. Infine vi sarà un’installazione che ricorda la serie delle Mobile Documenta, iniziata alla Fordham gallery di Londra nel 2009.
Mobile Documenta: Biennali e ripetizioni
Il contenuto della mostra elabora i concetti che sono stati gettati in modo seminale dal filosofo belga Dieter Lesage e dal curatore Charles Esche. Qui il concetto chiave è un’immagine della Mobile Documenta, come parabola che conduce oltre la barriera semantica e spaziale che la Biennale rappresenta, nella misura in cui quella costituisce il limite alla nostra concezione dell’arte, oltre il quale, nel nostro sistema di pensiero, non possiamo andare. Attorno a questa immagine siamo capaci di raggruppare una costellazione di domande e problematiche. Noi osserviamo le Biennali e le Documenta per capirne il potere culturale e le possibilità che sussistono perché il contesto presente cambi; inoltre, per comprendere la portata spaziale ed ideologica, e i contorni della tradizione Euro-centrica dell’arte, e, in altre parole, la Politica dell’Arte che si celano. ‘Come il pensiero trova posto in questa struttura?’, chiede Charles Esche, parafrasando il trattato di Deleuze intitolato ‘Ripetizione e differenza’, che ha proposto un ripensamento dell’immagine contemporanea. ‘Perché abbiamo bisogno di altre Biennali?’ e ‘Come possiamo sviluppare nuovi pensieri all’interno di questo Sistema basato sulla ripetizione?’
La Mappa del Pavimento
Una mappa del pavimento usata all’ultima Biennale di Bruxelles è utilizzata nella galleria come installazione, struttura di base realizzata come un assemblaggio di linee di scotch e griglie, che marca gli spazi vuoti in cui si alloggiamo i lavori degli artisti, i corridoi, le pareti, le porte: è questo schema geometrico che presenta la più chiara forma di visualizzazione della Post Autonomy, intesa come discorso in cui si esaminano le Biennali viste in un contesto globale, che è posto in relazione con le origini della tradizione Eurocentrica.
Muoversi oltre le Biennali
Come utilizziamo il materiale dell’installazione in modo che ci aiuti a pensare oltre le Biennali?
La prima parte della mostra nella stanza numero uno espone i materiali che utilizziamo per creare l’immagine della Biennale; la stanza numero due mostra il primo passo verso la sua riconfigurazione e la sua ristrutturazione, concepita in modo tale da provvedere i materiali fisici per produrre una discussione finalizzata al ripensamento collaborativo della funzione delle Biennali e delle Documenta, e per concepire, alla luce dei dettagli pratici, la realizzazione di una Documenta Mobile itinerante.
Il processo di ripensamento di una nuova Documenta Mobile offre potenzialmente soluzioni pratiche al superamento dei problemi esistenti, relativi al ruolo ideologico e politico della tradizione Euro-Centrica. Queste sono tali da sollevare due argomenti di discussione: il primo è pertinente al come stabilire una zona tangibile finalizzata alla costruzione di uno spazio cui tende la Post Autonomy; e il secondo è relativo al modo in cui realizzare il sorgere di una nuova condizione, in cui pensiero e il linguaggio siano nuovamente possibili.
Se noi vogliamo proseguire la logica finalizzata alla costituzione della Post Autonomy, la prima domanda cui bisogna rispondere è: ‘Come, dove e chi pone le questioni sulla Post Autonomy, se vogliamo evitare di ripetere i problemi?’. Le azioni previste nella città di Milano nella terza parte della mostra intitolata In search of Post Autonomy saranno finalizzate a trovare le risposte a queste problematiche.
David Goldenberg
DAVID GOLDENBERG
The Scenarios of Post Autonomy
Glenda Cinquegrana: The Studio
via Francesco Sforza, 49 I- 20122 Milan
Opening: Tuesday, September 18th 2012 at 7 o’clock PM.
From Wednesday, September 19th to October 9th, 2012. Tuesdays to Saturdays from 3:00 to 7:00 PM. Other hours by appointment.
IN CONJUNCTION WITH THE ARTS COUNCIL OF ENGLAND.
www.glendacinquegrana.com – http://twitter.com/kindofblue410 – http://www.myspace.com/thestudioglenda5grana
The gallery Glenda Cinquegrana: The Studio is pleased to present The Scenarios of Post Autonomy, the first personal show by English artist David Goldenberg in Milan. In this exhibition, the artist deepens his critical vision of art as a system and its symbolic and cultural production mechanisms.
The show The Scenarios of Post Autonomy constitutes the first stage of an international travelling exhibition, which will also include the Fordham Gallery in London in 2012 and the Onomatopee in Eindhoven, Holland in 2013. The premiere, to take place at the gallery Glenda Cinquegrana: the Studio, is being co-sponsored by the Arts Council of England.
David Goldenberg, a London-based conceptual artist with a long international resumé, has created a site-specific project for the gallery Glenda Cinquegrana: The Studio, in which he develops the previously-established concept of Post Autonomy. And he does so by constructing an exhibition made up of three installations: two of these, titled Mobile Documenta, occupy the first two of the gallery’s spaces, the stairs which lead to the exhibition space and the entrance hall; the third, titled The Scenarios of Post Autonomy, is found in the gallery proper. In addition to these three installations, the show also contains a third part, titled In Search of Post Autonomy, conceived in the form of an encounter – debate with the participation of curators and international artists, to take place at the close of the show at a venue located in the heart of the city of Milan.
The installations which make up the show answer one single question: “Under what conditions does it make sense to create an exhibition in a gallery?” An analysis of the problems found at the heart of this issue will be undertaken in light of the concept of Post Autonomy: with this term, Goldenberg indicates the purpose of art, understood not as an end point but rather as a moment of transition leading to a successive time, which the artist defines as The Transformation of Art or The Second History of Art.
Goldenberg’s work is based on a complex critical reflection on the current state of art, which is characterized by a complex system of political and cultural institutions, including international shows such as the Biennials and Documenta; in these, Goldenberg sees a possible form of evolution in light of the ‘Post Autonomy’ concept. The stage signaled by Post Autonomy, Goldenberg maintains, is the pursuit of autonomy and freedom for art institutions.
The conceptual content of the show expands upon the seminal ideas of Belgian philosopher Dieter Lesage and curator Charles Esche. The latter, paraphrasing Delueze’s Difference and Repetition, poses the question of the place artistic thought has within a cultural system based upon repetition. The crucial question Esche poses is: “Why do we need other Biennials?” As a result of these reflections, the artist suggests the possibility of conceiving a new, free cultural structure, of which Mobile Documenta is the primary example. In Goldenberg’s words, the exhibit is a visual parabola which leads us to travel mentally beyond the semantic and spatial barrier represented by the Biennial, to the extent that it constitutes the limit to our conception of art, beyond which one cannot go.
David Goldenberg utilizes his show at the gallery Glenda Cinquegrana: the Studio in order to construct an image of Post Autonomy and plan a future Mobile Documenta.
The show is structured by means of a dual installation, which corresponds to the gallery’s two spaces and to two different moments. In the gallery’s first room there is a floor map – previously employed in the Once is Nothing show – created for the Brussel Biennial, which it alludes to, in Goldenberg’s words, in the form of an exhibition of exhibitions. This is represented by the elements comprising it, screens, tables, images and video works. Next to this first nucleus is a reconstruction of the ‘atelier mobili,’ part of Pumhsols’ Modernology, exhibited at the 2007 edition of Documenta and which, employed as a representation of Documenta, is an interface symbolizing the flows of consciousness. Making up part of this first area of the exhibition, also, is a series of images taken from texts which examine the concepts of Globalization, Colonization and Biennials, amongst them Alan Sekula’s The Fish Story and video works which connect back to the works in which Goldenberg first sowed the seeds of the Post Autonomy concept and the more recent Mobile Documenta.
If the first part of the exhibition presents the material necessary for producing the image of the Biennial in a critical-deconstructive light, the second part constitutes the stage of reconstruction. This consists in providing the gallery space with the materials useful for carrying out a debate on the rethinking of the function of Biennials, to result in the planning of a Mobile Documenta. According to Goldenberg, the Mobile Documenta is the tool capable of offering practical solutions to many of the problems which have arisen.
The encounter-debate to take place in the city at the conclusion of the show, entitled In Search of Post Autonomy, is the feature which will complete the project.
For further information on David Goldenberg’s Post Autonomy project, please consult the following sites: http://www.postautonomy.co.uk, and http://www.postautonomyarchive.co.uk.
Biography of the Artist
David Goldenberg, (Hitchin, Hertfordshire, UK, 1956) is an important English conceptual artist.
Main Individual Shows_For years, his research has been concentrated on the Post Autonomy concept, which he has developed in a number of shows held at important international institutions, standouts amongst which are the recent Template – Mobile Documenta, Chisenhale Studios, London (2011), The Space of Post Autonomy, Arts Depot, Vienna (2011), Plausible Artworlds, Basekamp, Philadelphia (2010), Mobile Documenta, Fordham Gallery, Londra (2009), The Time of Post Autonomy is Now, Your space, Van Abbemuseum, Eindhoven, Holland (2009), The Space of Post Autonomy, Local Operations, Serpentine Gallery, London (2007). Main Collective Shows_Goldenberg has participated in a number of collective shows of international stature, standouts amongst which are the Berlin Biennal (2012), the Second Biennial of Mongolia (2010), the tenth edition of the Istanbul Biennial (2007), and the Sexth Biennial of Sharjah, United Arab Emirates (2003). To these must be added the exhibitions at international public institutions, such as Jump Into Cold Water, Shedhalle, Zurich (2006), Century City, Tate Modern, London (2001), Out of Space, Kolnischerkustverein, Germany (2000). Selected Bibliography_ Atlantica, 48/49, 2010, Netwerk Center for Contemporary Art Annual, 2007, Les Merveilles du monde, di Jane Lee, a White Window Project, 2006; Postautonomie, by Stefan Beck, Gutleut Verlaug, 2006; Art Anthology, DuMont Literatur und Kunst Verlag, Cologne, 2004; New Media in Late Twentieth Century Art, by Michael Rush, Thames and Hudson book Ed., Londra, 1995; Installation Art, by Michael Petry, Thames and Hudson Book Ed., London, 1993.
The Studio follows the most recent trends in Italian and international art. An exhibition space designed for private enjoyment, it was inspired by the creation of new means of communicating with the public, nearer to the one-to-one and on-demand models.
DAVID GOLDENBERG
The Scenarios of Post Autonomy
Glenda Cinquegrana: The Studio
via Francesco Sforza, 49 I- 20122 Milano
Opening: martedì 18 settembre 2012 ore 19,00.
Da mercoledì 19 settembre al 9 ottobre 2012 – dal martedì al sabato dalle 15,00 alle 19,00. Negli altri orari su appuntamento.
IN COLLABORAZIONE CON THE ARTS COUNCIL OF ENGLAND.
www.glendacinquegrana.com – http://twitter.com/kindofblue410 – http://www.myspace.com/thestudioglenda5grana
La galleria Glenda Cinquegrana: The Studio è lieta di presentare The Scenarios of Post Autonomy, la prima mostra personale dell’artista inglese David Goldenberg a Milano.
In questa esposizione l’artista approfondisce la sua visione critica sul sistema dell’arte e i suoi meccanismi di produzione simbolica e culturale.
La mostra The Scenarios of Post Autonomy costituisce la prima tappa di una travelling exhibition internazionale, che vedrà protagoniste la Fordham Gallery di Londra nel 2012 e l’Onomatopee di Eindhoven in Olanda nel 2013. Questa prima che si tiene alla galleria Glenda Cinquegrana: the Studio vede la collaborazione dell’Arts Council of England.
David Goldenberg, artista concettuale based-in-London, dotato di un ampio curriculum internazionale, realizza per la galleria Glenda Cinquegrana: The Studio un progetto site – specific in cui sviluppa il già noto concetto di Post Autonomy. E lo fa costruendo un’esposizione che si articola in tre installazioni: due di queste, intitolate Mobile Documenta, occupano i primi due spazi della galleria, rappresentati dalle scale che conducono allo spazio espositivo e la sala di ingresso; la terza, intitolata The Scenarios of Post Autonomy, si trova nella galleria vera e propria. Oltre a queste tre installazioni, la mostra si compone di una terza parte, intitolata In Search of Post Autonomy, concepita sotto forma di incontro – dibattito che vede l’intervento di alcuni curatori e artisti internazionali, che si terrà alla chiusura della mostra in una location collocata nel cuore della città di Milano.
Le installazioni che compongono la mostra rispondono ad sola una domanda: “In quali condizioni ha senso realizzare un progetto espositivo in una galleria?”. L’analisi delle problematiche che si trovano a monte di questo quesito viene realizzata alla luce del concetto di Post Autonomy: con questo termine Goldenberg suole indicare la fine dell’arte, intesa non come punto conclusivo, ma come momento di transizione che porta ad un tempo successivo, che l’artista suole definire la Trasformazione dell’Arte o la Seconda Storia dell’Arte.
Il lavoro di Goldenberg si basa su una complessa riflessione critica sull’attuale stato della produzione artistica, caratterizzata da un sistema complesso di istituzioni politiche e culturali, quali sono le mostre internazionali come le Biennali e le Documenta; di queste Goldenberg vede una possibile forma di evoluzione alla luce del concetto di Post Autonomy. La fase segnata dalla Post Autonomy, sostiene Goldenberg, è all’insegna dell’autonomia e di libertà delle istituzioni dell’arte.
Il contenuto concettuale della mostra espande le idee che sono state gettate in forma seminale dal filosofo belga Dieter Lesage e dal curatore Charles Esche. Quest’ultimo, parafrasando il libro di Deleuze Ripetizione e Differenza, si pone la questione di come il pensiero artistico prenda posto in un sistema culturale basato sulla ripetizione. La domanda cruciale che Esche pone è: “Perché abbiamo bisogno di altre Biennali?”. A partire da queste riflessioni, l’artista suggerisce la possibilità di concepire una nuova struttura culturale libera, di cui la Mobile Documenta costituisce l’elemento primario. Quest’ultima è intesa nelle parole di
Goldenberg come una parabola visiva che ci porta a viaggiare mentalmente oltre la barriera semantica e spaziale che la Biennale rappresenta, nella misura in cui quella costituisce il limite alla nostra concezione dell’arte, oltre la quale non si può andare.
David Goldenberg utilizza la mostra alla galleria Glenda Cinquegrana: the Studio per costruire un’immagine della Post Autonomy e progettare una futura Mobile Documenta.
La mostra si articola in una doppia installazione, corrispondenti ai due ambienti della galleria e a due momenti diversi. Nella prima sala della galleria si trova una mappa del pavimento, già impiegata nella mostra Once is Nothing, realizzata in occasione della Biennale di Bruxelles, funzionale ad alludere alla Biennale, vista, come dice Goldenberg, come mostra delle mostre. Questa è rappresentata nei suoi elementi costitutivi quali sono gli schermi, i tavoli, le immagini e le opere video. Accanto al primo nucleo si colloca la ricostruzione degli atelier mobili, parte dell’opera Modernology di Pumhsols, esposti all’edizione di Documenta del 2007, che, impiegata quale rappresentazione delle Documenta, è l’interfaccia che simboleggia i flussi di conoscenza. Parte di questa prima area della mostra è, poi, una serie di immagini prelevate da testi che esaminano i concetti di Globalizzazione, Colonizzazione e Biennale, fra cui the Fish Story di Alan Sekula, e opere video che si ricollegano ai lavori in cui Goldenberg gettava i semi per lo sviluppo del concetto di Post Autonomy, e della più recente Mobile Documenta.
Se la prima parte dell’esposizione presenta il materiale necessario a produrre l’immagine della Biennale alla luce di una visione critico-decostruttiva, la seconda parte, invece, costituisce la fase di ricostruzione in chiave propositiva. Questa consiste nel provvedere lo spazio della galleria del materiale utile allo sviluppo di un dibattito sul ripensamento delle funzioni delle Biennali, dove questo avrà come esito la progettazione di una Mobile Documenta.
Secondo Goldenberg la Mobile Documenta è lo strumento capace di offrire soluzioni pratiche al molte delle problematiche sollevate.
L’incontro – dibattito che si terrà in città al termine della mostra, intitolato In search of Post Autonomy, è inteso quale elemento di completamento del progetto.
Per maggiori informazioni sul progetto di David Goldenberg intitolato Post Autonomy, si prega di consultare i seguenti siti: http://www.postautonomy.co.uk, e http://www.postautonomyarchive.co.uk.
Biografia dell’artista
David Goldenberg, (Hitchin, Hertfordshire, UK, 1956), è un importante artista concettuale inglese. Personali principali_Da anni la sua ricerca si sta concentrando sul concetto di Post Autonomy, che ha sviluppato in diverse mostre realizzate in importanti istituzioni internazionali, fra cui ricordiamo la recente Template – Mobile Documenta, Chisenhale Studios, Londra (2011), The Space of Post Autonomy, Arts Depot, Vienna (2011), Plausible Artworlds, Basekamp, Philadelphia (2010), Mobile Documenta, Fordham Gallery, Londra (2009), The Time of Post Autonomy is now, Your space, Van Abbemuseum, Eindhoven, Olanda (2009), the Space of Post Autonomy, Local operations, Serpentine Gallery, Londra (2007). Collettive principali_Fra le collettive principali, Goldenberg annovera la partecipazione a diverse manifestazioni di rilievo internazionale, fra cui ricordiamo la Biennale di Berlino (2012), la seconda Biennale della Mongolia (2010), la decima edizione della Biennale di Istanbul (2007), la Sesta Biennale di Sharjah, Emirati Arabi (2003). A queste si aggiungono diverse mostre in istituzioni pubbliche internazionali fra cui segnaliamo Jump into cold water, Shedhalle, Zurigo (2006), Century City, Tate Modern, Londra (2001), Out of space, Kolnischerkustverein, Germania (2000). Bibliografia selezionata_ Atlantica, 48/49, 2010, Netwerk Center for Contemporary art Annual, 2007, Les Merveilles du monde, di Jane Lee, a White Window Project, 2006; Postautonomie, a cura di Stefan Beck, Gutleut Verlaug, 2006; Art Anthology, DuMont Literatur und Kunst Verlag, Cologne, 2004; New Media in Late Twentieth Century Art, a cura di Michael Rush, Thames and Hudson book Ed., Londra, 1995; Installation Art, a cura di Michael Petry, Thames and Hudson book Ed., Londra, 1993.
The Studio segue le più recenti proposte dell’arte italiana e internazionale. Spazio espositivo concepito per una fruizione privata, si ispira alla creazione di nuove modalità di comunicazione con il pubblico, più vicine al modello one-to-one e on-demand.
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Programma degli incontri relativi alla mostra The Scenarios of Post Autonomy di David Goldenberg – dal 17 settembre al 25 ottobre 2012.
Lunedì 17 Settembre
Ore 8.00.
In differita alla Pagina Facebook dell’evento.
Titolo: Artisti, Biennali, Società.
Conferenza via Skype in collaborazione con il Centro di Arte Moderna di Baku, Azerbajan, in occasione del lancio della rivista Art Magazine su cui è pubblicato il testo di David Goldenberg, intitolato Post Autonomy in Slow Motion.
Ospiti: Nova Scotia School of Art, Canada; Linda Samaraweerová e Karl Karner; alcuni artisti polacchi; il direttore del Centro di Arte Moderna di Baku e il Presidente dell’Unione degli Artisti dell’Azerbaijan, in collegamento da Baku, Azerbajan.
Sabato 22 Settembre
Titolo: Introduzione al concetto di Post Autonomy.
Ore 16.00
Una visita alla mostra personale di David Goldenberg, The Scenarios of Post Autonomy, con l’artista David Goldenberg. Un invito ad incontrare l’artista e a porre domande in una sessione informale.
Ospiti: David Goldenberg e Ioana Pioaru.
Sabato 6 Ottobre.
Ore 16.00
Titolo: Introduzione all’incontro ‘In cerca della Post Autonomy’.
Una visita alla mostra, che introduce ad una discussione informale sul concetto di Post Autonomy e su altri argomenti sollevati dall’esposizione.
Ospiti: David Goldenberg e Elena Louka.
Domenica 7 Ottobre.
Titolo: In cerca della Post Autonomy.
Ore 16.00
Introduzione ai problemi che scaturiscono dalla ricerca del linguaggio della Post Autonomy di David Goldenberg, seguita dalla presentazione degli ospiti, sino ai partecipanti in collegamento via Skype.
Come utilizziamo la mostra The Scenarios of Post Autonomy come materiale di ripensamento?
Ospiti: David Goldenberg, Eleana Louka, Wim Salki, Radical Intention.
A partire dal 25 Ottobre.
Fase due: Alla ricerca della Post Autonomy.
Programma da definire.
Ambientazioni e azioni, luoghi per produrre testi in differenti luoghi della città di Milano, ancora da definire.
Durante tutto il corso della mostra, sarà possibile partecipare attivamente alle discussioni e agli eventi relativi, on-line via Twitter e sulla pagina Facebook, a seguenti account aperti in occasione dell’esposizione in galleria:
Twitter: www.twitter.com/the Scenarios_of_PA
Facebook: http://www.facebook.com/ScenariosOfPA
Per maggiori informazioni e/o prenotazioni, si prega di contattare la galleria allo 02-89695586 oppure via e-mail a info@glendacinquegrana.com.
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Position the cursor on the images to view captions, click on images to enlarge them.
Posizionare il cursore sulle immagini per leggere le didascalie; cliccare sulle immagini per ingrandirle.
Tutte le immagini selezionate sono state realizzate da David Goldenberg per la mostra “Post Autonomy is now,” Yourspace, Vanabbemuseum, Eindhoven, Olanda, curata da Freek Lommie, 2009. Le foto sono di David Goldenberg. I testi dell’installazione e i diagrammi in gesso del pavimento e altre superfici sono realizzati da David Goldenberg e con l’assistenza dei partecipanti, di dimensioni variabili.
1 Comment
Molto interessante
al Gruppo Sinestetico piace molto