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QUELLA NOTTE A ROMA – BIOGRAFIA DI LUIGI DI SARRO

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Quella notte a Roma
Biografia di Luigi di Sarro

di Carla Cucchiarelli
Iacobelli Editore 2013, Roma
pp. 158

Testo di Vittoria Biasi

La memoria collettiva è stata segnata dall’assurda morte di Luigi Di Sarro, medico artista. L’evento tragico e assurdo si inserisce nella storia di giovani, morti mentre erano innamorati della vita, che vivevano con intensità. Da ciò nasce la traduzione consolatrice nel mito della loro esistenza: perché il non compiuto sospende il tempo.

Io sono tra coloro che appresero dalla radio l’incredibile storia. Questo ricordo mi riemerge quando varco la soglia del Centro Luigi Di Sarro e ricordo l’ostilità verso coloro che non erano impegnati a scoprire, a confrontarsi sulle autenticità della vita e dei valori che stavamo rielaborando e che, secondo quella generazione, doveva coinvolgere tutti, senza distinzione di classe sociale ed economica. “Il sangue nelle strade, scrive Maurizio Fiasco nella prefazione, a coprire la passione e l’impegno morale di tanti nella cultura, nelle fabbriche, negli ospedali, nelle istituzioni.” Tutto ciò aveva una profonda ricerca di autenticità dell’essere per una coerenza storico-sociale.

La pubblicazione di Carla Cucchiarelli Quella notte a Roma. Biografia di Luigi Di Sarro è un attraversamento storico poetico della vita dell’artista. La pubblicazione avviene in un periodo di diaspora delle ceneri degli ultimi valori tradizionali e di smantellamento di valori acquisiti, di offese, di individualismi etc., di difficile e dolorosa comprensione, ricomposizione.

Luigi Di Sarro, autoscatto 1970
Luigi Di Sarro, autoscatto 1970

Tra difficoltà e contrasti scorre l’arte, la cultura e la vita di chi, come Luigi Di Sarro, la interpreta, la fa sua secondo il proprio percorso creativo. Carla Cucchiarelli scandisce la narrazione in capitoli che sono come dei quadri, dei tableaux vivants in cui i personaggi, l’atmosfera, la luce, gli oggetti si presentano, entrano in scena con una vita al presente. Il presente è il tempo preferito dalla scrittrice che ha composto la sua opera secondo una teoria del romanzo cara a Milan Kundera.

La storia inizia dalla sua conclusione riferita in modo lapidario, lasciando le emozioni sul limite del loro affacciarsi. I capitoli hanno data e titolo seguito dalla citazione epigrafica di versi, pensieri estrapolati dagli scritti di Luigi Di Sarro, a cui segue la trattazione dello squarcio di vita. 30 maggio 2010. Incontro è il primo episodio in cui la scrittrice presenta in personaggio Luigi Di Sarro nelle relazioni umane, attraverso gli occhi e le parole di Paola Ballesi, collega e poi direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, e nella casuale scoperta della mostra Luigi Di Sarro, anatomia, persona e movimento. Esperimenti fotografici degli anni settanta, presso il The Camera Club di New York. Allen Frame, curatore della retrospettiva fotografica, racconta che la mostra aveva avuto una grande partecipazione di pubblico. La scrittrice si allontana dalla mostra rammentando le parole di Mario Giacomelli, fotografo importante che “ha rivoluzionato il modo di scattare immagini, portando l’onirico, l’invisibile nei suoi scatti, la stessa rivoluzione che Fellini ha portato nel cinema” quando dice: “Io non credo che la morte chiuda certe storie perché, se c’è tanto di strano in questi occhi che vedono, e in queste orecchie che sentono, vi è posto per altre cose che non capisco”.

Il capitolo 27 settembre 1978. Morte sull’asfalto è seguito dai versi quasi premonitori del settembre 1968: La notte che piove/ i rospi vengono sulle strade a cercare qualcosa./ Trovano la morte/ sulla strada d’asfalto/. E’ la strage/ dei rospi. Carla Cucchiarelli riflette su artisti che hanno “ancora un mondo da raccontare” quando trovano la morte sull’asfalto per differenti cause, come da Pino Pascali, a Jackson Pollok, a James Dean, a Lady Diana. Dalle pagine emerge la personalità appassionata di Luigi Di Sarro innamorato dell’arte, della musica  e delle automobile come la sua Porsche, con cui quella notte aveva compiuto “l’ultima corsa”, “l’ultimo spazio di libertà” e che ha un’ identità nella storia dell’artista. 24 febbraio 1979. L’ultima sera è il capitolo dedicato agli eventi che precedono l’incidente. La telefonata, l’incertezza se uscire per motivi di stanchezza, la decisione di incontrare gli amici nel locale Saint George, che oggi non esiste più, in via dei Cappellari. Erano in molti, racconta Carlo Munns, che per animare la serata aveva portato anche organo e pianola, che Gigi sapeva suonare. “Eravamo spensierati, al massimo si beveva un bicchiere di vino di Olevano”. Verso mezzanotte e mezzo, l’una tutti cominciarono ad andare via. Luigi Di Sarro si offrì di accompagnare Leslie poiché il marito non aveva potuto raggiungerla come promesso. Il racconto di Carlo Munns si conclude con l’arrivo di una telefonata che cambiò la vita di tutti.

Carla Cucchiarelli dedica i capitoli 1965. Due mani per dipingere e Giugno 1978. La lettura della mano a tratteggiare le potenzialità delle sue mani che scrivono, disegnano, che dipingono, che creano attraversando altri mondi poetici come quello di Edoardo Sanguineti, che con Nanni Balestrini, Antonio Porta, Alfredo Giuliani contribuirono allo sconfinamento delle arti facendo sì che “il sociale irrompesse nelle arti”. Le mani testimoniano i tempi e nell’impiego di entrambe si costruiscono forme e simbologie nuove. Luigi Di Sarro usava le due mani in un gioco di intrecci che successivamente aveva affascinato Lorenzo Mango, autore del libro dedicato all’artista, Pellegrinaggio del segno. L’avventura pittorica di Luigi Di Sarro. Mirella Bentivoglio conia l’espressione ambidestrismo psichico. Il movimento della mano trascina il disegno, il viaggio dell’ esistenza: l’arte e la vita si intrecciano!

Il libro documenta le relazioni, gli incontri con artisti, allieve, con la famiglia, in particolare con la sorella Iole, con il padre, con Alba, la madre. Infatti nel capitolo Accidenti s.r.l., l’autrice dichiara di non privilegiare “il discorso artistico, […] per raccontare la storia umana di Gigi.” E scrive “Mi piace l’idea dello schema da un punto di vista letterario e interiore, quasi psicoanalitico, come un tentativo di organizzare, leggere la propria vita interiore in modo organico, ordinato, per capirne l’evoluzione”. Tra gli scritti del giovane artista, Carla Cucchiarelli trova una biografia in cui Luigi Di Sarro racconta la sua vita per date importanti, dalla nascita al 1975, che tracciano il percorso della vita che chiama WAR. E’ riportato l’anno 1963, in cui avvengono eventi sociali e personali pesanti, dalla morte del presidente Kennedy alla morte del nonno, del padre, del maestro Petrucci e Massimo Abjta. La malinconia per le perdite è segnata da punti esclamativi.

1979. La telefonata conclude la storia della breve, intensa vita circondata da amici, artisti, intellettuali, ragazze. L’autrice costruisce la trama delle relazioni di Luigi Di Sarro come un paesaggio, come una grande tela in cui ogni personaggio interpreta un ruolo, è una tessera nella rete di affetti con un focus: la telefonata, circa alle quattro del mattino, alla madre Alba Mazzei. Durante l’omelia, riportata da Lotta Continua del 1°marzo,  il parroco diceva “La ragione degli uomini non può spiegare quanto è accaduto , si ferma prima, ma le vie del Signore sono diverse da quelle degli uomini, per cui noi accettiamo questa morte”.

E’ straordinario il lavoro di ricostruzione dell’autrice, che, da bimba, aveva conosciuto Luigi Di Sarro. Il libro è il risultato di un approfondito studio della vita, delle opere, degli scritti dell’artista, delle recensioni, dei ritagli di giornale, di ogni piccolo frammento.

La tensione di quegli anni può essere descritta riferendo il numero delle morti inspiegabili, come quella di Di Sarro, caso 112, così riferito da Paese Sera. “Di sera, a un posto di blocco, agenti in borghese, senza paletta e su un’auto bianca a fari spenti, tentano armi in pugno di fermare l’auto di Di Sarro, il quale rallenta e poi riprende la marcia. Gli agenti sparano e lo uccidono con tre colpi alla testa”. Carla Cucchiarelli  racconta altre morti di giovani stroncati da colpi di pistola nei posti di blocco con polizia in borghese. Sono stati gli anni dell’odio verso le contraddizioni sociali, le incompetenze, le immaturità, la paura che coinvolgeva civili e forze dell’ordine. In quegli anni di piombo la gioia di vivere di molti giovani è stroncata. Stefano Rodotà, da sempre impegnato per i diritti umani, scrive numerosi articoli sull’assurdità delle morti ai posti di blocco. Il capitolo 2012. Il diritto al lutto, con riferimento all’ultima pubblicazione del giurista, in cui il professore parla del rispetto della memoria delle vittime e dei loro familiari, della ricerca della verità, la scrittrice riferisce il passaggio di Rodotà sul bisogno di verità continua, di ricostruzione intellettuale. In tal senso, scrive Carla Cucchiarelli, “diventa importante la ricostruzione della cronaca, degli eventi, indispensabile per recuperare la memoria sociale”.
Il Centro Luigi Di Sarro nasce con la determinazione della madre del giovane artista, che la scrittrice tratteggia nella sua storia di donna forte, determinata nell’affermazione della sua consapevolezza sociale di donna e madre. La fondazione del Centro Luigi Di Sarro è stato un modo per far continuare a vivere il pensiero, la ricerca, le idee, l’arte di Luigi. Il luogo, diretto nei primi anni da Enrico Crispolti, che era stato il suo professore e che aveva curato la mostra postuma alla galleria Il Grifo di Roma, un anno dopo la sua morte e scrive Luigi Di Sarro. Una ricerca interrotta a cura di Massimo Riposati, edizione Carte Segrete, ha ospitato moltissime mostre di giovani artisti e si è connotato come uno di quei rari e preziosi luoghi di sperimentazione, di cultura, che avanza nel percorso con la collaborazione, con il sentimento dell’unione familiare anche della figlia di Iole, Alessandra. Carla Cucchiarelli, collega di lavoro di Alessandra, aveva conosciuto Luigi Di Sarro da bimba, come medico. Il ricordo, le sensazioni della fanciullezza, continuano a vivere, edificano legami che avanzano nella storia di altri.   

Vittoria Biasi
Storica dell’arte e curatrice internazionale

Centro Luigi di Sarro: http://www.centroluigidisarro.it/ –  info@centroluigidisarro.it
Via Paolo Emilio 28 – 00192 – Roma

Quella notte a Roma – Iacobelli editore
http://iacobellieditore.it/frammenti-di-memoria/208-quella-notte-a-roma.html

https://www.facebook.com/pages/Quella-notte-a-Roma/545205602238696

 

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The Author

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi is a Contemporary Art Historian and an Art Critic. She is a
Contemporary Art History professor at Florence’s Academy of Fine Arts. After
her humanities graduation she concerned herself with the Theory of White
following Hubert Damish at Paris *Ecole des Haute Etude*. Close to artists who
interprets the monochromy of white she devoted herself to the theoretical criticism realizing
national and international shows and exhibitions with a particular attention to the Eastern culture.
She attends conferences as a lecturer about the white and its light. Among the others: Lumière(s)
En Usage, Pèrigueux 1998. From 1996 on to 2000 she realizes the events of Light of Art for
Art’s sake at Rome, Parma and Padoa. For Homo Sapiens (1) first she translated Henry
Meschonnic from French, publishing some excerpts from Modernité (2). Some other
publications: State of White (3); In Line with Light, Light for Light’s sake (4). She wrote for the
magazine Lighting. Through a text of her she is attending Fabrizio Crisafulli’s Theatre of Places.
The theatre as a place and the experience at Formia (1996-1998), **G.A.T.D*., Rome, 1998. She
looked after the exhibitions for the book of artist in Italy and abroad.

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