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ENEIDE DI KRYPTON, UN NUOVO CANTO – TEATRO ARGENTINA, ROMA

ENEIDE DI KRYPTON, Un nuovo canto
di Giancarlo Cauteruccio
in scena al Teatro Argentina di Roma
dal 21 al 23 aprile 2015

musiche: Litfiba – Beau Geste
esecuzione dal vivo: Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi, Francesco Magnelli
progetto, regia e interpretazione vocale: Giancarlo Cauteruccio
Voce off:  Ginevra Di Marco
Corpi in video: Massimo Bevilacqua e Claudia Fossi
Progetto scenico e allestimenti: Loris Giancola
Elaborazioni digital-video Alessio Bianciardi: Progetto luci Mariano De Tassis
Costumi e assistenza alla regia: Massimo Bevilacqua
Operatore laser: Michele Barzan
Produzione Teatro Studio Kripton – www.teatrostudiokrypton.it

https://www.facebook.com/official.eneide
TeatroStudioKrypton (@TSKrypton) | Twitter: https://twitter.com/TSKrypton

Testo di Vittoria Biasi

La dichiarazione di poetica di Giancarlo Cauteruccio, riportata sul libretto per la sua recente opera teatrale Eneide di Krypton, che ieri sera è stata rappresentata al teatro Argentina di Roma, è un meraviglioso percorso della sua arte nella storia non solo personale o artistica.
Non ho dimenticato la forza, la capacità di Cauteruccio nel sostenere lo spazio, e non solo la scena, nell’opera Il guardiano di Harold Pinter nel 2003 al teatro Vascello o in Giorni felici nel ’95, in cui il regista utilizzava la proiezioni dei cretti di Burri e scandiva la scena con il laser.
Cauteruccio scrive che “tornare all’Eneide di Krypton è come riavvolgere il nastro di un’esperienza vissuta, come riesumarne le tracce, comprenderne meglio il senso, ripensare oggi alle ambizioni di allora, fare il punto, fermarsi e ripartire”.
L’ultimo Cauteruccio è magistrale nell’interpretazione scenica e nella ricerca strumentale della voce.
La musica dei Litfiba – Beau Geste eseguita da Antonio Aiazzi, fondatore del gruppo dei Litfiba, Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli, che hanno collaborato con lo stesso gruppo, scritta trent’anni addietro attraversa la vicenda con toni forti, avvolgenti, che fanno partecipare anche la pelle, quando le vibrazioni del basso sembra la vogliano percorre prima di ritornare alla sorgente e chiudere, congiungere ogni elemento dello spettacolo, tra cui anche lo spettatore.
La sperimentazione teatrale scorge il nuovo media della luce laser, che si modella nell’oscurità assumendo la forma delle onde marine che faranno naufragare Enea sulla terra di Didone e poi lo porteranno alle foci del Tevere, allo scontro con gli Etruschi, all’incontro/scontro con Turno re dei Rutuli. Il mito delle origini romane narrate da Virgilio scivola su ponti sonori, musicali e di luci.
Forse queste sottraggono al suono la priorità scenico – espressiva. Certamente l’avventura della luce che si espone come corpo e elemento plastico coinvolge gli spettatori nelle sue figurazioni, elimina qualunque possibile separazione, secondo un’esperienza emozionale di trasporto nel tessuto di luce.
Cauteruccio definisce concerto-teatro questa edizione dell’Eneide in cui rock e parola riscrivono la partitura epica secondo una metrica contemporanea. La figura più evanescente, più appartenente al mito è Didone / Lavinia. Le sue parole, con dolcezza, aleggiano sopra il velo di luce laser che, come un’onda, lambisce i piedi e l’abito.

Vittoria Biasi
Storica dell’arte, critico e curatrice internazionale

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The Author

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi is a Contemporary Art Historian and an Art Critic. She is a
Contemporary Art History professor at Florence’s Academy of Fine Arts. After
her humanities graduation she concerned herself with the Theory of White
following Hubert Damish at Paris *Ecole des Haute Etude*. Close to artists who
interprets the monochromy of white she devoted herself to the theoretical criticism realizing
national and international shows and exhibitions with a particular attention to the Eastern culture.
She attends conferences as a lecturer about the white and its light. Among the others: Lumière(s)
En Usage, Pèrigueux 1998. From 1996 on to 2000 she realizes the events of Light of Art for
Art’s sake at Rome, Parma and Padoa. For Homo Sapiens (1) first she translated Henry
Meschonnic from French, publishing some excerpts from Modernité (2). Some other
publications: State of White (3); In Line with Light, Light for Light’s sake (4). She wrote for the
magazine Lighting. Through a text of her she is attending Fabrizio Crisafulli’s Theatre of Places.
The theatre as a place and the experience at Formia (1996-1998), **G.A.T.D*., Rome, 1998. She
looked after the exhibitions for the book of artist in Italy and abroad.

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