TRINCEE. IL MONDO IN FIAMME E LA MORTE – LA NUOVA PESA – ROMA
TRINCEE. Il mondo in fiamme e la morte
di Enrica Petrarulo
“E’ più difficile celebrare la memoria dei senza nome che quella degli uomini celebri. La costruzione della storia è dedicata alla memoria dei senza nome”. E’ una citazione di Walter Benjamin, ora stampigliata su una parete di vetro nel memoriale a lui dedicato a Port-Bou (Pirenei), luogo del suo suicidio, nel 1940.
Europa dieci anni dopo, gli anni della mia generazione e di molti degli artisti qui presentati: ha inizio il mito della prosperità magnifica e progressiva. I conti con il passato possono attendere: la rimozione, così si vorrebbe, è solo temporanea. Una rivoluzione e due guerre mondiali si sono consumate in un trentennio, consegnandoci un assetto tale che, per la prima volta nella storia europea, una generazione non conoscerà conflitti bellici in patria. Patria: parola risorgimentale, dalla quale il secondo Novecento avrà ansia di liberarsi, scoprendola compromessa dalla retorica nazionalista dei reduci e dei padri. Sono altri, adesso, gli scenari di guerra: l’Europa perde la sua centralità, e una generazione si dichiarerà internazionalista. Sappiamo come è andata, fino alla paralisi di quel pensiero che avrebbe voluto ri-disegnare e ri-definire non più i confini del mondo, bensì le sorti stesse dei suoi abitanti. Ma la storia ha smarrito qualsivoglia direzionalità che possa orientarla verso la sua costruzione. Davvero il suo angelo può soltanto guardare sgomento le macerie che l’umanità ha prodotto. Rendere giustizia ai senza nome non si può, non è compito che possa essere garantito dalla storia: solo nella memoria le vittime degli orrori e del sangue della storia europea conosceranno una loro redenzione.
E quanto in là può spingersi la nostra memoria, fino a contenere la memoria di altri che sono stati prima di noi? Probabilmente giusto un secolo, precisamente la distanza che intercorre tra l’oggi e l’entrata in guerra di quel primo conflitto mondiale con il quale si inaugura il ventesimo secolo. La generazione che per prima non conoscerà la guerra ascoltò eroiche o angosciose o rabbiose narrazioni dell’ultimo conflitto da un padre che, a sua volta, ricevette come lascito le narrazioni del conflitto precedente. E’ così che, per loro tramite, la prima guerra mondiale è ancora materia che informa la nostra memoria e il nostro presente.
Italia 1915, ancora sulla parola Patria. Una nazione e la sua lingua, questo dovrebbe essere, ma non è questione di unificazione: qui conta l’autocoscienza della parola medesima. Occorre capire come quella parola risuonasse all’analfabeta contadino, o pastore, o spaccapietre, che neppure sapeva di avere una patria e che ora, spogliato e strappato al poco o niente che possedeva, si trova in una trincea a combattere in suo nome. Quella patria che nulla aveva dato, se non un esercito poliziesco e repressivo, e che ora tutto chiede attraverso il dono della morte: la propria, nel sacrifico di “morire per la patria”, e ancora vent’anni dopo sarà nominata “la bella morte”, e la morte che si dà al nemico. Ma il fronte, luogo identificativo della Prima guerra mondiale, nella prossimità del faccia a faccia, avvicina il nemico come fosse un amico, un compagno; nell’affrontamento l’identificazione del nemico passa attraverso la porta stretta dell’identificazione col nemico.
La mostra che oggi si inaugura non costituisce in alcun modo un evento, non almeno come vorrebbe l’uso fin troppo reiterato di questo termine, in quanto l’evento si può nominare solo come l’impossibile. “Quando l’impossibile si fa possibile l’evento ha luogo (possibilità dell’impossibile)”: Italia 1915-1918: venuta dell’impossibile.
Enrica Petrarulo
La Nuova Pesa
Centro per l’Arte Contemporanea
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Comunicato stampa
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Martedì 12 maggio 2015 ore 19
TRINCEE
Il mondo in fiamme e la morte
materiali originali e opere di
GIANFRANCO BARUCHELLO · ELVIO CHIRICOZZI · MARCO DELOGU · DANIELA DE LORENZO · MARILU’ EUSTACHIO · ANDREA FOGLI · GIULIANO GLIULIANI · STEFAN HUBER · JANNIS KOUNELLIS · NAYRA LAISE · FELICE LEVINI · FLORIAN MERKEL · DIEGO MIGUEL MIRABELLA · DANIELA MONACI · HIDETOSHI NAGASAWA · SHIRIN NESHAT · INNOCENZO ODESCALCHI · LUCA MARIA PATELLA · ROBERTO PIETROSANTI · ALFREDO PIRRI · CARLO REA · GIUSEPPE SALVATORI · NANCY WATKINS
con il contributo di VIVA, una rivista in carne e ossa – nell’ambito de LA GRANDE ILLUSIONE
con un testo di Enrica Petrarulo
In occasione del centenario della partecipazione italiana alla prima guerra mondiale, La Nuova Pesa e La Casa delle Letterature, con la Biblioteca di archeologia e storia dell’arte di Palazzo Venezia e “VIVA. Una rivista in carne e ossa”, hanno ideato una serie di iniziative che, riunite nel progetto LA GRANDE ILLUSIONE, si svolgeranno dal 5 maggio al 30 giugno.
“Trincee. Il mondo in fiamme e la morte” è il titolo della mostra che martedì 12 maggio si inaugura alla Nuova Pesa. Saranno presentate, oltre a oggetti testimoniali e d’affezione provenienti dalle scene del conflitto, opere di ventitré artisti, italiani ma non solo, per lo più appartenenti alla collezione della galleria, selezionate sulla cifra di una densità emotiva capace di rimandare alla tragicità della guerra.
Il titolo “ Trincee” vuole qui alludere non solo al luogo identificativo della Prima guerra mondiale, ma anche a quella che dovrebbe essere la condizione permanente dell’arte a difesa degli assalti della banalizzazione dell’estetico e del senso comune.
Fino al 30 giugno
Orario: dal lunedì al venerdì, ore 10-13 e 15.30-19
Degustazione vini gentilmente offerti da Casal del Giglio
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