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LEONARDO DA VINCI AUTORITRATTO (1515 – 1516 CIRCA) – MUSEI CAPITOLINI – ROMA

LEONARDO DA VINCI
AUTORITRATTO (1515 – 1516 circa)

Testo di Vittoria Biasi

Per la prima volta esposto eccezionalmente a Roma ai Musei Capitolini

L’Autoritratto di Leonardo da Vinci, per la prima volta, è esposto dal 23 giugno nei Musei Capitolini. E’ un evento eccezionale. E’ emozionante poter vedere il piccolo, imponente autoritratto, che continua a guardare attraverso i secoli i nuovi spettatori.

L’opera si è allontanata solo tre volte dalla Biblioteca Reale di Torino, dove è custodita dal 1840 e fa parte, insieme ad altri 12 disegni autografi di Leonardo da Vinci, della ricca collezione grafica italiana e straniera dei secoli XV-XIX, acquistata da re Carlo Alberto nel 1839 dall’antiquario Giovanni Volpato. L’Autoritratto è ritornato a Roma per l’operazione diagnostica e per l’intervento “non invasivo” realizzato dai tecnici restauratori dell’ICRCPAL, Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma, diretto da Maria Cristina Misiti. Leonardo, secondo sue annotazioni, soggiornò a Roma dagli ultimi mesi del 1513, dove eseguì il celebre disegno accettato, quasi all’unanime, come il suo autoritratto da vecchio, come testimoniano le paladine rughe profonde. Queste sono da lui definite accidenti mentali che muovono il volto dell’uomo in diversi modi […]. Leonardo è convinto che la forma del mondo materiale non è indipendente dalle virtù interiori, ma ne è il prodotto. L’arte figurativa è documentazione della realtà, la fissa nelle immagini, mentre la filosofia riflette sulle cause che vanno a modificare la stessa immagine.

Leonardo, morto nel 1519, lasciò i suoi manoscritti, il corpus di disegni e appunti al collaboratore Francesco Melzi. Gli eredi di Melzi dispersero la collezione. Dell’autoritratto non si è saputo più nulla fino agli inizi del XIX secolo quando appare a Milano come antiporta a stampa nel volume di Giuseppe Bossi sul Cenacolo. Una successiva apparizione dell’opera avviene nel 1839 grazie a Giovanni Volpato, che viaggiando per l’Europa aveva riunito una bella collezione di disegni. Questi vende al re Carlo Alberto il foglio e disegni di altri maestri italiani e stranieri come Raffaello, Michelangelo, Rembrandt, Poussin. La collezione Volpato, oggi patrimonio della Biblioteca Reale, è composta da circa 700 disegni italiani e da più di 400 fogli di maestri stranieri.

L’unico autoritratto riconosciuto dell’artista mostra un volto di una straordinaria intensità. Il tratto preciso e la cura di alcuni particolari danno al ritratto essenzialità, intensità, estensione spazio/temporale. Sul margine inferiore, in scrittura non leonardesca, compare la scritta: «Leonardus Vincius Ritratto di se stesso assai vecchio». Il disegno manifesta il viso di un uomo canuto, con lunghi capelli, barba, calvo alla sommità della testa. Lo sguardo corrucciato è rivolto a destra, con espressione seria, severa. I dettagli del volto lasciano il posto a poche linee nella parte alta della fronte, creando l’effetto di un cranio che si confonde con lo spazio del foglio, fino al bordo e oltre nel pensiero. I segni del tempo sono manifesti nel viso, che presenta rughe profonde sulla fronte, attorno agli occhi, sulla bocca, lungo le guance.

Nonostante alcune ipotesi, che rinvengono nel ritratto l’immagine di antichi filosofi, da Pitagora a Demostene, o il viso del padre di Leonardo, Piero da Vinci, il volto dell’Autoritratto è ritenuto essere quello di Leonardo.

Forse la dispersione del corpus da parte degli eredi di Melzi avrà salvato l’autoritratto dalle azioni predatorie delle nostre opere. Traferito da Torino a Roma, per salvarlo da un’indebita appropriazione nazista, e dai bombardamenti, non si può stabilire se e quanto sia stato danneggiato. Rientrato a Torino, in Biblioteca il foglio è tenuto e conservato con gran cura. Negli anni ’70 le tecnologie in uso per la conservazione non sono molto sofisticate. Una relazione del 2012 mette in luce la fragilità dell’Autoritratto. Confrontando la foto del 1989 dei fratelli Alinari con il disegno alle condizioni attuali, risulta evidente che la scritta in sanguigna Leonardus Vincius che compariva a sinistra del recto del foglio, non esiste più.

Nel 1998 è stata istituita e costruita la sala Leonardo: un caveau deposito di conservazione e sala espositiva. Nel 2014 è stato inaugurato un nuovo caveau conservativo e espositivo.

Nelle sale di Palazzo Caffarelli dei musei Capitolini, la mostra sull’Autoritratto è composta da tre sezioni. La prima riguarda il racconto delle vicissitudini dell’opera. E’ possibile conoscere le caratteristiche della tecnica a sanguigna utilizzata da Leonardo. Grazie alla presenza di supporti multimediali, l’Autoritratto è raccontato da tre preziosi documenti audiovisivi messi a disposizione da Rai Teche e dall’Istituto Luce.

La mostra dedica la dovuta attenzione all’approfondita campagna diagnostica eseguita per la prima volta nel 2012 con l’ausilio di tecniche e strumenti non invasivi per valutare con precisione l’attuale stato di conservazione dell’opera.

I punti chiave, su cui le indagini si focalizzano, sono:

  • Monitoraggio del foxing confrontando le attuali mappature con quelle del 2012
  • Ispezione del foglio, trattamento di pulitura che permetta la rimozione delle deiezioni di insetti presenti su tutta la superficie
  • Verifica delle ipotesi di pulitura del disegno con il minimo intervento, dopo aver valutato la fattibilità attraverso test eseguiti su carte di simile fattura per qualità e composizione.

Nel 2012 le immagini dell’Autoritratto e del Codice sul volo degli uccelli sono giunte, a bordo del rover Curiosity, sul pianeta Marte, per un viaggio non previsto da Leonardo, precursore della scienza moderna.

L’esposizione, che vede per la prima volta l’Autoritratto esposto a Roma, ha l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e Turismo – Sovrintendenza Capitolina, Mibact, Fondazione Enzo Hruby, Fondazione Guglielmo Giordano, Comune di Vinci.

La produzione e l’organizzazione sono dell’Associazione Culturale MetaMorfosi con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.

Vittoria Biasi – Art historian

Ufficio Stampa MetaMorfosi Maria Grazia Filippi
+ 39 333 207532    mariagraziafilippi@associazionemetamorfosi.com
Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura Patrizia Bracci + 39 06 82077337/305    p.bracci@zetema.it

Inaugurazione: 22 giugno
Durata:  23 giugno – 3 agosto 2015
Tutti i giorni – orari 9.30-19.00 – Tel. 06 0608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
Dove: Musei Capitolini – Roma – www.museicapitolini.org
Download: Analisi diagnostica ICRCPAL

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The Author

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi

Vittoria Biasi is a Contemporary Art Historian and an Art Critic. She is a
Contemporary Art History professor at Florence’s Academy of Fine Arts. After
her humanities graduation she concerned herself with the Theory of White
following Hubert Damish at Paris *Ecole des Haute Etude*. Close to artists who
interprets the monochromy of white she devoted herself to the theoretical criticism realizing
national and international shows and exhibitions with a particular attention to the Eastern culture.
She attends conferences as a lecturer about the white and its light. Among the others: Lumière(s)
En Usage, Pèrigueux 1998. From 1996 on to 2000 she realizes the events of Light of Art for
Art’s sake at Rome, Parma and Padoa. For Homo Sapiens (1) first she translated Henry
Meschonnic from French, publishing some excerpts from Modernité (2). Some other
publications: State of White (3); In Line with Light, Light for Light’s sake (4). She wrote for the
magazine Lighting. Through a text of her she is attending Fabrizio Crisafulli’s Theatre of Places.
The theatre as a place and the experience at Formia (1996-1998), **G.A.T.D*., Rome, 1998. She
looked after the exhibitions for the book of artist in Italy and abroad.

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