VORREI…CHE TU POTESSI SENTIRE LA FELICITA’ DI QUESTO MONDO – A CURA DI VITTORIA BIASI – CENTRO LUIGI DI SARRO – ROMA
Centro Luigi di Sarro
Via Paolo Emilio 28, Roma
Vorrei… che tu potessi sentire la felicità di questo mondo.
Artisti: Silvia Galgani, Qinggang Xiang
Cura di Vittoria Biasi
Inaugurazione: 14 gennaio 2016, ore 18
Il pensiero del giovane poeta cinese Hi zi introduce l’incontro espositivo tra gli approdi pittorici del bianco di Silvia Galgani e il bianco delle ceramiche di Qinggang Xiang. Come in una visione o in una musica sintonizzata su note estreme, gli artisti accordano il loro fare lungo una sottile linea, un’apparizione da leggere.
Affidando alle superfici le loro mitologie, gli artisti esplorano i differenti linguaggi per attraversare la condizione antica e perenne dell’uomo, dal suo apparire, dalla scoperta del suono, dal graffiare le pareti, lasciando impronte bianche, fino alla strutturazione, alla consapevolezza dell’essere con gli altri, anche nel senso storico.
Nella storia bianca di questo nostro secolo, il niveo colore ha superato la presunzione del dialogo solitario: ha intrapreso il percorso della ricerca dell’altro, riconoscendolo nella luce, nel movimento, nel visibile, che è lo scudo dell’invisibile. L’icona privilegiata di Silvia Galgani è lo scudo. Nella sua circolarità l’artista racchiude la trascrizione del suo dialogo profondo con il passato, con opere di ogni periodo e di ogni dimensione, per la sua lunga esperienza di restauro. E forse la traccia di quei cromatismi è nelle velature dei suoi Scudi, che approdano alle lamine d’oro o d’argento e alla pastosità del bianco, disposto nella geometria circolare, come luogo di attrazione, convergenza.
Qinggang Xiang consegna i versi di poeti cinesi alla pagina in ceramica, che avvolta su se stessa assume la forma di una campana. Il tocco delle bacchette sui cartigli produce risonanze differenti, di terra: cenni del tempo, del senso, del passaggio dalla parola alla musica, dal corpo al suo immateriale. Le opere consentono diversi modi di apparire della scrittura, che conquista la distanza dalla pagina, dalla forma enunciativa, fino a divenire simbolo nello spazio. Le sculture hanno una doppia valenza: possono essere lette per la narrazione poetica anche della quotidianità o possono essere ascoltate nella sonorità senza narrazione. Il tocco della bacchetta nella cultura cinese è il suono estremo, senza parola o colore, che introduce il comando.
Vittoria Biasi – Art historian
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