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UNA BIENNALE AUREA CON GLI ARTISTI, DEGLI ARTISTI E PER GLI ARTISTI…

“Viva Arte Viva” il titolo della 57. Biennale di Venezia delle Arti Visive, è sicuramente un’esclamazione positiva, impegnativa e coraggiosa, soprattutto considerando il sistema di appiattimento capitalistico in cui tutto è inglobato nella società attuale.

Il “si” all’arte e alla vita, annunciato dalla Curatrice Christine Macel, per presentare una Biennale con “gli artisti, degli artisti e per gli artisti”, fortifica l’intento di voler ritrovare l’autentica aurea, l’essenza dell’arte fra i reali protagonisti dell’arte: gli artisti stessi.

Come sappiamo, spesso alcuni artisti si fanno condizionare dalla realtà sociale, lasciandosi ingannare dalla stessa ambizione che li imprigiona, contribuendo così ad arrecare numerosi danni irreparabili all’arte stessa.
Ad esempio, quando l’artista fa parte dello star system dell’industria culturale, l’arte tende a degradarsi, diventa il pretesto per un evento mondano e per incrementare il cosiddetto mercato dell’arte, manovrato dalle grandi lobbies economiche e di potere.
Inoltre, negli ultimi decenni, le prospettive aperte dalle nuove tecnologie e dai nuovi media hanno, da un lato “democraticamente” favorito la ricerca artistica-culturale, ma nello stesso tempo, contribuito a creare una sorta di confusione nei vari ambiti creativi.

Considerando questi e altri molteplici errori, Christine Macel si è generosamente impegnata a salvaguardare la figura centrale dell’artista e il suo atto creativo libero, tra otium e negotium, come patrimonio di tutta l’umanità.

I Trans-padiglioni di questa Biennale di Venezia riuniranno artisti di ogni generazione e provenienza, ma le esplorazioni nelle aree culturali dall’America Latina, il Medio Oriente, l’Asia, all’Europa fino ai suoi confini orientali e alla Russia, si succederanno tra loro senza continuità, come i capitoli di un libro o come come “stanze” di una poesia, con una linea organica piuttosto che tematica.

Attraverso differenti linguaggi, l’Arte riuscirà a proporre una critica dinamica e profonda, a destare le coscienze, far ritrovare la reale essenza, la ricchezza degli autentici valori umani e morali.
Questa Biennale in particolare, così strutturata e concentrata soprattutto sulla figura spirituale degli artisti, attraverso Tavole Aperte e itinerari profondi dall’interiorità all’infinito, non potrà che suscitare energie positive e di massima apertura verso il futuro di tutta l’umanità.

Cecilia Alemani, photo Marco de Scalzi
Cecilia Alemani, photo Marco de Scalzi

Cecilia Alemani, persona di grande esperienza internazionale, nominata Curatrice del Padiglione Italia, ha invitato gli artisti: Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey per rappresentare l’Italia. Cecilia Alemani ha scelto un numero ridotto di artisti rispetto al passato per allineare il Padiglione Italia agli altri padiglioni nazionali presenti in Biennale. Il progetto è ambizioso ed innovativo perchè non cerca di rappresentare uno sguardo completo su tutta l’arte italiana, ma guardando in profondità, nella mente e nel mondo di tre artisti, ne scaturirà un’immagine attuale di un’Italia cosmopolita.
Il progetto curatoriale e tutti i relativi dettagli saranno resi noti nei primi mesi del 2017, nel corso di una conferenza stampa.

Giorgio Andreotta Calò, photo Nuvola Ravera
Giorgio Andreotta Calò, photo Nuvola Ravera

GIORGIO ANDREOTTA CALÒ
Venezia, 1979. Vive e lavora tra Venezia e Amsterdam.
Nel 2011 il suo lavoro è stato presentato a ILLUMInazioni/ ILLUMInations, 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia diretta da Bice Curiger.
Tra le sue mostre personali più recenti: 5122.65, Depart Foundation, Los Angeles (US), 2016; In girum imus nocte, ZERO…, Milano (I), 2016; La scultura lingua morta, Sprovieri, Londra (UK), 2015; Le promesse dell’arte, Institut Culturel Italien, Parigi (F), 2014.
Ha partecipato inoltre a diverse mostre collettive, tra cui: 16a Quadriennale d’arte. Altri tempi, altri miti, Palazzo delle Esposizioni, Roma (I), 2016 – 17; The lasting. L’intervallo e la durata, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (I), 2016; Wanderlust, a cura di Cecilia Alemani, High Line Art, New York (US), 2016; Ennesima, a cura di Vincenzo de Bellis, Triennale di Milano (I), 2015; Anche le sculture muoiono, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze (I), 2015; La Chose, La Synagogue, Delme (F), 2015; Over you / you, 31st Biennial of Graphic Arts, Lubiana (SLO), 2015; Ritratto dell’artista da giovane, Castello di Rivoli, Rivoli, Torino (I), 2014.
Nel 2014 ha vinto il Premio New York, promosso dal Ministero per gli Affari Esteri Italiano. Nel 2012 ha vinto il Premio Italia per l’arte contemporanea, promosso dal Museo MAXXI di Roma.
Dopo aver studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia (1999-2005) e alla Kunsthochschule di Berlino (2003-2004), tra il 2001 e il 2007 è stato assistente di Ilya ed Emilia Kabakov. Nel 2008 si è trasferito in Olanda, dove è stato artist in residence alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam (2009-2011).
Tra il 2012 e il 2013 è stato artista in residenza presso il Centre National d’Art Contemporain di Villa Arson, Nizza (F).

Roberto Cuoghi
Roberto Cuoghi

ROBERTO CUOGHI
Modena, 1973. Vive e lavora a Milano.
Nel 2017 presenterà il suo lavoro in una mostra retrospettiva presso il Centre d’Art Contemporain, Ginevra (CH), al Museo MADRE di Napoli (I) e al Kölnischer Kunstverein di Colonia (D).
Ha partecipato a due edizioni della Biennale Arte di Venezia: Il Palazzo Enciclopedico, 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, 2013, diretta da Massimiliano Gioni e Fare Mondi/Making Worlds, 53. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, 2009 diretta da Daniel Birnbaum. In entrambi i casi ha ricevuto la menzione speciale della giuria.
Tra le sue mostre personali si ricordano: Putiferio, DESTE project space Slaughterhouse, Idra (GR), 2016 e quelle presso Aspen Art Museum, Aspen (US), 2015; Le Consortium, Digione (F), 2014; New Museum, New York (US), 2014; Hammer Museum, Los Angeles (US), 2011; Institute of Contemporary Art, Londra (UK), 2008; Castello di Rivoli, Rivoli, Torino (I), 2008.
Il suo lavoro è stato incluso in diverse mostre collettive tra cui: Collection Sandretto Re Rebaudengo: Have you seen me before?, Whitechapel Gallery, Londra (UK), 2013; The Residue of Memory, Aspen Art Museum, Aspen (US), 2012; 10.000 Lives, 8. Gwangju Biennale (ROK), 2010; Fractured Figure, Deste Foundation Centre for Contemporary Art, Atene (GR), 2007; Sequence 1, Palazzo Grassi, Venezia (I), 2007; Of Mice and Men, 4. Berlin Biennale, Berlino (D), 2006.

Adelita Husni Bey, photo Andrea Artemisio
Adelita Husni Bey, photo Andrea Artemisio

ADELITA HUSNI-BEY
Milano, 1985. Vive e lavora a Milano e New York.
Il suo film più recente After the Finish Line verrà proiettato a gennaio 2017 al Whitney Museum di New York come parte di Dreamlands, curata da Chrissie Iles. È una delle vincitrici del Graham Foundation grant 2016 e sta attualmente collaborando con il dipartimento di educazione della Serpentine Gallery di Londra per l’elaborazione del progetto progetto Dependence, Independence, Isolation che si svilupperà nel 2017. Nel 2016 è stata finalista del Premio MAXXI, promosso dal Museo MAXXI di Roma e ha vinto il Premio Illy Under 35 conferitole in occasione della 16a Quadriennale d’arte. Altri tempi, altri miti, Palazzo delle Esposizioni, Roma.
Tra le sue mostre personali più recenti: A Wave in the Well, Sursock Museum, Beirut (RL), 2016; The Classroom, a cura di Paola Nicolin, Milano (I), 2016; Movement Break, Kadist foundation, San Francisco (US), 2015; Playing Truant, Gasworks, Londra (UK), 2012; La Montagna Verde (Dove? Nel Deserto. Per Dove? Verso il nulla), a cura di Gabi Scardi, ViaFarini, Milano (I), 2011.
Ha partecipato, tra le altre, a mostre collettive quali: The Eighth Climate, 11. Gwangju Biennale (ROK), 2016; 16a Quadriennale d’arte. Altri tempi, altri miti, Palazzo delle Esposizioni, Roma (I), 2016;
Ennesima, a cura di Vincenzo de Bellis, Triennale di Milano (I), 2015; Undiscovered Worlds

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The Author

Raffaella Losapio

Raffaella Losapio

Born in Milan and now Roman by adoption, after a period of training and work in the department of advertising, communication and marketing, she graduated from the Art Institute of Castello Sforzesco in Milan, and attended the Academy of Fine Arts Urbino and international courses in Venice, specializing in graphics and printmaking techniques (etching, stone lithography and screen printing).
Since the late ’80s is present in Rome as a founder of the print magazine “l’OCCHIO SU ROMA”.
In the years 2000 | 2001 participates in Milan ART & SPACE, in the context of meetings Astronauts in 2000, of ASE Congress, placed under the patronage of the President of the Italian Republic (www.raffaellalosapio.com/2001/06/02/incontri).
From 2002 to 2005 he participated in numerous solo and group exhibitions in Italy and abroad, offering thematic and studies on the speed of the cars, on Space flight, on the figure of the astronaut and android.
Since 2006, he founded and directed in Rome STUDIO.RA (www.studiora.eu), place of meetings and events. In 2008 he founded ART A PART OF CULT(URE), sole proprietor of an online publishing project, conceived by Co-Founder ESOB138 IG 29/30 (Giampaola Marongiu & Raffaella Losapio).
In January 2010 he founded 1F MEDIAPROJECT (www.1fmediaproject.net), a new-media art project, a geo-art international network in English, which provides essential reading, global and diversified, and is supported by STUDIO.RA.