NON – LUOGHI, VINCENZO CECCATO AD 1 ANNO DALLA SCOMPARSA – RED BOX – ROMA
Il 10 giugno è un giorno legato alla memoria della scomparsa di Vincenzo Ceccato, ed è anche l’inaugurazione della mostra a lui dedicata
Red Box – Arte contemporanea
di Emanuele Ceccato
presenta
Vincenzo Ceccato | non – luoghi
a cura di Emanuele Ceccato
dal 10 giugno – al 2 Luglio 2022
Via Vetulonia, 55, Roma
Orari di apertura: Mer – Gio – Ven h. 17-20
La prima mostra monografica ad un anno dalla scomparsa dell’artista romano, protagonista di un lungo percorso di ricerca che lo ha visto esplorare sempre nuovi linguaggi e tecniche espressive.
L’esposizione organizzata dal critico e figlio dell’artista Emanuele Ceccato in collaborazione con l’associazione culturale RO.MI. per l’arte contemporanea, intende offrire al pubblico romano un viaggio che ripercorre l’intesa produzione dell’artista dai suoi esordi, avvenuti nella Roma degli anni ’70, ad oggi.
La mostra inaugura venerdì 10 giugno, alle ore 18, presso il nuovo spazio di Red Box presso l’associazione RO.MI per l’arte contemporanea in Via Vetulonia, 55 – 00183 Roma – www.romiart.net
Supporto critico
Protagonista del panorama romano dell’arte contemporanea a partire dagli anni ’70 si forma nel clima della contestazione studentesca. Cresciuto orfano del padre in un contesto famigliare conformista negli anni ’50 è affascinato dal mondo dei fumetti, sua prima grande passione, si iscrive nel ’68 all’Accademia di Belle Arti di Roma, in quel clima effervescente si aprono nuovi orizzonti ed inizia il percorso nella sperimentazione d’avanguardia col gruppo “L’arte altra” con happening improvvisati in strada, installazioni e performance.
Il suo sguardo sempre attento alla rappresentazione della figura umana, per gli studi accademici sulle ricerche anatomiche di Leonardo da Vinci, vista come individuo, inizia a introdurre accenti critici verso la società borghese, l’individuo diventa soggetto non più a sé ma contestualizzato nella società.
La rappresentazione figurativa subisce delle distorsioni assumendo caratteri espressionisti.
Affascinato dall’Arte Povera, movimento artistico protagonista di quegli anni, la sua ricerca subisce da un lato la rivisitazione del fare pittorico dall’altro lato attinge voracemente all’appropriazione di tecniche, materiali espressivi e linguaggi diversi.
Con l’esaurimento della spinta degli anni ’70 vi sono le prime avvisaglie della Transavanguardia e il suo pieno sviluppo successivo.
Nel pieno degli anni ’80 il suo lavoro subisce un ripensamento, si avverte l’esaurimento dopo un periodo intenso delle originali potenzialità della Transavanguardia.
La figura umana esce momentaneamente dalla sua ricerca e tra informale astratto e geometrico sembra si svolga una breve parentesi che prelude a più solide basi con gli inizi degli anni ’90 quando si trovano aperte un enorme ventaglio di possibilità sia a livello tecnico che contenutistico.
Inizia una nuova fase di sperimentazione con la tecnica serigrafica reintroducendo la figura umana. Segue la sperimentazione con i neon fino ad attingere alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia digitale. Riprende la sperimentazione con l’arte performativa, realizzando veri e propri spettacoli teatrali (‘Il giardino dei veleni’) e film d’arte.
Affinando sempre più il linguaggio artistico nel tentativo di trasferire un’elaborazione della moderna filosofia ispirata a Gilles Deleuze e Marc Augé in un contesto personale Vincenzo Ceccato cerca di superare il limite dove arte, natura e scienza entrano in dialogo per cercare un’analisi approfondita del rapporto dell’uomo con il proprio tempo.
La mostra si propone di offrire una narrazione dall’esperienza artistica di Vincenzo Ceccato, ripercorrendo i momenti più salienti della sua attività; tappe dell’intesa produzione dell’artista presentate non secondo un ordine cronologico, ma circolare, così da evidenziare la continuità dei temi e della ricerca che l’artista ha affrontato in quasi 50 anni di attività.
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